Con l’invasione russa dell’Ucraina entrata nel terzo anno, l’Europa affronta la minaccia più grave da Mosca dalla fine della Guerra Fredda. In questo contesto critico per la sicurezza e la democrazia, il Summit del 28 Maggio ha riunito leader politici, economici e rappresentanti della società civile da entrambe le sponde dell’Atlantico per delineare strategie future.
Corriere2030 ha partecipato al forum direttamente a Bruxelles dopo l’invito del ThinkTank organizzatore, Friends of Europe. Il progresso e l’innovazione non possono prescindere dalla sicurezza e il respetto per la vita.
Durante un commovente evento, il Forum ha lanciato un rapporto speciale che analizza i costi e le conseguenze di una mancata vittoria dell’Ucraina, sia per il paese stesso che per l’Europa.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è sottolineare l’importanza di un sostegno politico, economico e militare duraturo all’Ucraina, essenziale per la democrazia e per le ambizioni euro-atlantiche del paese.
Numerosi sono stati gli ospiti di rilievo, sia dal mondo instituzionale, che privato fino alle NGOs. Ospiti d’onore i veterani del conflitto, fino a pochi giorni fa impegnati a difendere la loro patria. Oggi invece, copliti da numerose disabilitá, implorano Bruxelles di aumentare il supporto, e di autorizzare la neutralizzazione di obbiettivi direttamente sul suolo Russo.
Con’Europa sempre piu divisa sulla condivisione di una linea generale verso il conflitto, e l’imminenti Presidenziali negli Stati Uniti gettano l’Ucraina, dopo piu di tre anni di guerra, in uno stato di incertezza ancora più profondo.
Qual’è dunque il costo di rimanere indifferenti davanti a tutto questo?
Il Ministro della Difesa dei Paesi Bassi, Kajsa Ollongren, ha dichiarato: “I Paesi Bassi hanno fornito ingenti risorse, quasi 8 miliardi di euro. Come molti paesi dell’UE e quelli baltici, crediamo fermamente nel principio dell’integrità territoriale e dobbiamo difendere i valori della democrazia e dello stato di diritto. Sappiamo che i Paesi Bassi non potrebbero difendersi da soli senza l’UE e la NATO. Dipendiamo da questa alleanza; dopo più di due anni, sappiamo che questa situazione ha cambiato l’ambiente di sicurezza non solo per il presente ma anche per i decenni a venire. La NATO sa che la sicurezza ha un prezzo e dobbiamo pagarlo. Non possiamo fare affidamento solo sugli Stati Uniti, dobbiamo rendere la deterrenza efficace anche da soli come paesi dell’UE.”
Sulla stessa linea, Hanno Pevkur, Ministro della Difesa Estone ha sottolineato come il costo reputazionale di un’eventuale sconfitta Ucraina sarebbe fatale per l’Europa. Ricordando che la Cina rimane alla finestra, l’Europa trova nell’Ucraina non solo un grande produttore agricolo ed energetico, ma un baluardo al confine con il “nemico” sovietico. Con tono provocatorio dice “quanto resisterebbe l’Europa se la Russia conquistasse buona parte dell’Ucraina? Sicuramente la republica Estone ha interesse geografici a mantere distante il Cremlino, e ciò lo dimostra il suo impegno economico verso Kiev. In proporzione, l’Estonia rappresenta il paese che ha donato più denaro, quasi il 20% del suo PIL.
Aggiunge inoltre:” Dobbiamo decidere se vogliamo vedere l’Ucraina vittoriosa o meno. Per noi è fondamentale che l’Ucraina vinca, e sopratutto che la Russia perda. Siamo molto coinvolti per questo motivo e desideriamo che tutti facciano lo stesso. La guerra sarebbe finita da tempo se non fosse mancato il supporto. Diventa sempre più difficile con il passare dei giorni. Un contributo del 20% del PIL da parte di ogni paese sarebbe un buon inizio per la vittoria. Attualmente, 30 paesi stanno aiutando, mentre 170 no. Teniamo a mente che molti stanno supportando la Russia, e questi 30 paesi hanno un PIL 27 volte maggiore rispetto alla Russia.”
Infine, forte tensione è stata avvertita durante l’interento di Jonas Ohman, fondatore di Blue/Yellow, una NGO che si occupa di supporto economico per l’Ucraina. “Siamo in guerra dal 2014, la guerra è iniziata con la Crimea. Direi che stiamo aiutando a uccidere il maggior numero possibile di russi. Abbiamo presentato un libro con tutti i volti. Dobbiamo agire di conseguenza, fornendo equipaggiamento militare.
Toni duri e forti, che hanno creato non poco scompiglio in aula, continua:
“Definire la vittoria? è l’Ucraina a definirla. Direi che è molto importante; una sconfitta sarebbe fatale non solo per l’Ucraina, ma anche per la NATO e l’UE, con gravi ripercussioni sulla loro reputazione. Per quanto riguarda gli obiettivi all’interno della Russia: stiamo combattendo un aggressore, quindi il diritto all’autodifesa include anche questo se necessario.
Il ritardo nelle decisioni negli Stati Uniti ha fatto perdere slancio all’Ucraina, e questo è davvero importante.
Le vittime russe sono quasi mezzo milione. È chiaro che c’è forte lobbying dell’Ucraina verso Trump, con un maggiore consenso tra i Repubblicani rispetto ai Democratici”
Insomma, parole forti per una tematica che ci sembra cosi lontana, invece non lo è. Vi invitiamo a seguire il Replay Panel a questo link, per non perdervi altri preziosi interventi: Ukraine Security Forum: a tipping point for Europe’s security and democracy – Friends of Europe
Ottimo lavoro dunque del ThinkTank “Friends of Europe” che si ropromette di facilatere la comunicazione tra civili, Commissione Europea e stati membri.
Le parole del Ministro della Difesa dei Paesi Bassi, Kajsa Ollongren, e del Ministro della Difesa Estone, Hanno Pevkur, risuonano chiare: l’integrità territoriale e i valori della democrazia devono essere difesi a tutti i costi. Mentre Jonas Ohman, fondatore di Blue/Yellow, sottolinea l’importanza di un supporto deciso e immediato, ricordandoci che la vittoria dell’Ucraina è cruciale non solo per il paese stesso, ma per la sicurezza e la reputazione dell’intera Europa. In questo contesto, l’invito è chiaro: non possiamo permetterci di restare a guardare.