Le emissioni globali di gas serra hanno raggiunto un livello mai visto prima, minacciando di esaurire il bilancio mondiale del carbonio molto più velocemente del previsto. Questo bilancio rappresenta la quantità massima di CO2 che possiamo emettere per mantenere il riscaldamento globale entro limiti sicuri, generalmente fissati a meno di 1,5°C o 2°C sopra i livelli preindustriali. Secondo recenti rapporti, l’umanità è sulla strada per esaurire questo bilancio entro il 2045 se le tendenze attuali delle emissioni continuano.

Studi recenti indicano che le emissioni annuali medie dal 2013 al 2022 sono state di circa 54 miliardi di tonnellate di CO2 o equivalente, causando un aumento della temperatura globale di oltre 0,2°C per decennio a causa delle attività umane. Il bilancio di carbonio rimanente per avere il 50% di possibilità di limitare il riscaldamento a 1,5°C è ora stimato a circa 250 miliardi di tonnellate di CO2, una riduzione drastica rispetto alle stime precedenti a causa delle continue alte emissioni e delle nuove conoscenze scientifiche sugli effetti climatici dell’inquinamento.

Parallelamente, altre storie significative sul clima e la natura evidenziano l’urgenza di affrontare questa crisi. In Australia, è stato annunciato un piano per eliminare gradualmente la pesca con reti da posta nella Grande Barriera Corallina entro il 2027, con l’obiettivo di proteggere la biodiversità marina, inclusi specie in pericolo come gli squali martello e i delfini, come espresso dal World Economic Forum. Nel frattempo, gli incendi in Canada hanno creato gravi problemi di qualità dell’aria in tutto il Nord America, con avvisi sanitari per milioni di persone.

Il Brasile ha annunciato un ambizioso piano per eliminare la deforestazione nella foresta pluviale amazzonica entro il 2030, utilizzando immagini satellitari e un’applicazione della legge più rigorosa per combattere le attività illegali. Inoltre, il vulcano Anak Krakatau in Indonesia ha mostrato una crescente attività, sottolineando l’interconnessione tra disastri naturali e resilienza climatica.

In un contesto più ampio, la transizione verso un’economia a basso tenore di carbonio è vista come inevitabile. Il presidente della COP28, Sultan Ahmed Al Jaber, ha sottolineato che la riduzione graduale dei combustibili fossili è cruciale, evidenziando la necessità di una rapida transizione verso alternative a zero carbonio per garantire la sicurezza energetica e l’accessibilità.

Per rimanere aggiornati su questi sviluppi, è essenziale che i responsabili politici e la comunità globale siano informati e prendano decisioni decisive. Le conseguenze dell’inazione sono gravi, con potenziali punti di non ritorno che portano a cambiamenti irreversibili nei sistemi terrestri, come la disintegrazione della calotta glaciale dell’Antartide occidentale e il declino della foresta pluviale amazzonica.

Concentrandosi sulle emissioni cumulative piuttosto che sugli obiettivi a breve termine, la comunità internazionale può gestire meglio il bilancio di carbonio rimanente e implementare strategie efficaci per mitigare gli impatti del cambiamento climatico.

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