La Net-Zero Asset Owner Alliance (NZAOA), un’iniziativa sostenuta dalle Nazioni Unite, ha recentemente lanciato un appello per introdurre normative che obblighino le aziende a divulgare le loro emissioni Scope 3. Questo appello rappresenta un passo cruciale nel panorama della finanza sostenibile e dell’impegno per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione globale. L’Alleanza, composta da 89 investitori istituzionali con un patrimonio complessivo di 9,5 trilioni di dollari, ha evidenziato come le emissioni Scope 3 siano spesso sottostimate o completamente escluse nei report aziendali, nonostante rappresentino una porzione significativa dell’impronta di carbonio di molte organizzazioni.

Cosa sono le emissioni Scope 1, 2 e 3?

 

Le emissioni di gas serra (GHG) di un’organizzazione vengono classificate in tre categorie principali: Scope 1, Scope 2 e Scope 3. Questa suddivisione è stata introdotta dal GHG Protocol, uno standard internazionale che definisce le linee guida per la misurazione e la gestione delle emissioni.

Le emissioni Scope 1 comprendono tutte le emissioni dirette generate dalle attività che l’azienda possiede o controlla direttamente, come la combustione di combustibili in impianti industriali o nei veicoli aziendali. Queste emissioni sono spesso le più semplici da quantificare, poiché derivano da fonti fisicamente gestite dall’organizzazione.

Le emissioni Scope 2 riguardano le emissioni indirette associate all’energia acquistata e consumata dall’azienda, come elettricità, calore o vapore. Sebbene l’azienda non produca direttamente queste emissioni, esse derivano dalla produzione dell’energia utilizzata, rendendole una componente significativa in settori ad alto consumo energetico.

Infine, le emissioni Scope 3 includono tutte le emissioni indirette che si verificano lungo l’intera catena del valore di un’organizzazione, sia a monte che a valle. Questo include, ad esempio, le emissioni legate alla produzione dei materiali acquistati, ai trasporti, all’uso finale dei prodotti venduti e allo smaltimento dei rifiuti. Le emissioni Scope 3 rappresentano spesso la maggior parte dell’impronta di carbonio di un’azienda, ma sono anche le più difficili da misurare e gestire.

Perché le emissioni Scope 3 sono così rilevanti e difficili da gestire?

 

Le emissioni Scope 3 rivestono un’importanza strategica perché offrono una visione completa dell’impatto ambientale di un’organizzazione. In molti settori, come il manifatturiero o l’automobilistico, queste emissioni possono rappresentare fino al 75% delle emissioni totali. Ignorarle significa trascurare il contributo più significativo alla crisi climatica.

Tuttavia, affrontare le emissioni Scope 3 presenta sfide uniche e complesse. La prima difficoltà riguarda la misurazione: trattandosi di attività non direttamente controllate dall’organizzazione, come quelle svolte dai fornitori o dai clienti, raccogliere dati affidabili può risultare estremamente complicato. Ad esempio, un’azienda che produce elettronica deve considerare le emissioni generate durante l’estrazione dei minerali necessari, la produzione dei componenti, la logistica e persino il consumo di energia dei prodotti da parte dei consumatori finali.

Un’altra sfida è la doppia contabilità. Poiché le emissioni Scope 3 di un’azienda possono essere le emissioni Scope 1 o 2 di un’altra, il rischio di conteggiare le stesse emissioni più volte è elevato, complicando ulteriormente l’analisi complessiva.

Infine, l’ampiezza e la varietà delle fonti rendono difficile identificare e monitorare tutte le emissioni rilevanti. Un’azienda che opera a livello globale, ad esempio, deve affrontare diverse normative locali, metodologie di calcolo e standard di reporting, aumentando la complessità della gestione.

 

L’appello della NZAOA per una normativa obbligatoria

 

La NZAOA sostiene che l’introduzione di obblighi normativi per la divulgazione delle emissioni Scope 3 sia fondamentale per colmare queste lacune. La standardizzazione dei dati consentirebbe agli investitori di valutare con maggiore precisione l’impronta di carbonio delle aziende in cui investono, promuovendo decisioni più informate e sostenibili.

Inoltre, la trasparenza sulle emissioni Scope 3 è cruciale per prevenire fenomeni come il greenwashing, dove le aziende esagerano il proprio impegno per l’ambiente senza fornire dati verificabili. Rendere obbligatoria la divulgazione di queste emissioni migliorerebbe la credibilità e la comparabilità dei report aziendali, incentivando le imprese a ridurre attivamente il proprio impatto ambientale.

 

Un passo necessario verso la decarbonizzazione globale

 

L’appello della NZAOA rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e responsabilità aziendale. Integrare le emissioni Scope 3 nei bilanci delle imprese non è solo una questione tecnica, ma anche un atto di leadership nella lotta contro il cambiamento climatico. Nonostante le sfide, è chiaro che affrontare queste emissioni è essenziale per raggiungere gli obiettivi di Net Zero e per costruire un’economia più sostenibile per il futuro.

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