La World Meteorological Organization (WMO) ha pubblicato il rapporto annuale “State of the Global Climate 2024”, confermando che lo scorso anno è stato il più caldo mai registrato nella storia umana. Con una temperatura media globale superiore di 1,55°C rispetto ai livelli preindustriali (1850-1900), il 2024 ha superato ogni record precedente, lasciando emergere scenari climatici sempre più estremi. L’aumento delle temperature è stato accompagnato da eventi meteorologici devastanti, tra cui ondate di calore prolungate, incendi boschivi di proporzioni eccezionali, cicloni intensificati e precipitazioni anomale. Gli impatti di queste condizioni estreme si sono fatti sentire non solo sull’ambiente, ma anche sulle economie globali e sulla sicurezza alimentare e idrica di milioni di persone.
Il rapporto della WMO, realizzato con la collaborazione di centri meteorologici nazionali, agenzie climatiche internazionali, NASA, NOAA e Copernicus Climate Change Service, si pone l’obiettivo di documentare l’andamento climatico su scala globale e fornire strumenti di analisi per supportare le politiche di mitigazione e adattamento. L’analisi si basa su dati raccolti attraverso satelliti, boe oceaniche, stazioni meteorologiche e modelli climatici avanzati.
Le temperature globali e il ruolo di El Niño
Le temperature medie globali hanno subito un incremento vertiginoso, con anomalie che hanno toccato 2,1°C al di sopra della media preindustriale nei mesi più caldi dell’anno. A giocare un ruolo chiave in questo riscaldamento anomalo è stato il forte fenomeno El Niño, che ha intensificato gli effetti del cambiamento climatico in numerose regioni del mondo. La concentrazione di CO₂ ha raggiunto un nuovo massimo di 419 ppm (parti per milione), con un incremento del 50% rispetto ai livelli preindustriali, e gli oceani hanno registrato temperature superficiali record, superando la soglia dei 21,1°C in media globale.

L’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai
L’innalzamento del livello del mare, conseguenza della fusione accelerata delle calotte glaciali e dell’espansione termica degli oceani, è un altro dato preoccupante. Nel 2024 il livello medio globale del mare è aumentato di 4,6 mm rispetto all’anno precedente, con effetti devastanti sulle comunità costiere e sulle piccole isole-stato. Le perdite di ghiaccio in Groenlandia e Antartide hanno raggiunto volumi senza precedenti, aggravando ulteriormente la situazione.

Eventi meteorologici estremi: il 2024 tra uragani e incendi
Il rapporto evidenzia anche il devastante impatto degli eventi meteorologici estremi. Le ondate di calore hanno colpito duramente diverse regioni, con temperature record di 54°C nella Death Valley (Stati Uniti), 52°C in Iran e oltre 50°C in India e Pakistan. Gli incendi boschivi hanno devastato ampie porzioni di territorio in Canada, Australia e Sud America, con oltre 100 milioni di ettari bruciati a livello globale. Gli uragani e i cicloni tropicali si sono intensificati, con il tifone Saola che ha raggiunto venti di 290 km/h e l’uragano Otis che ha devastato Acapulco, causando danni per oltre 10 miliardi di dollari.
Le conseguenze economiche e sociali del cambiamento climatico
Le conseguenze economiche di questa crisi climatica sono state ingenti. Secondo le stime riportate dal WMO, i danni causati da disastri legati al clima nel 2024 hanno superato i 500 miliardi di dollari, con impatti disastrosi sull’agricoltura, sulle infrastrutture e sulle economie nazionali. La sicurezza alimentare è stata compromessa, con raccolti ridotti drasticamente dalle siccità prolungate e dalla desertificazione accelerata.
L’insicurezza idrica è un altro problema crescente: molte regioni del mondo stanno sperimentando una riduzione delle risorse idriche disponibili, con conseguenze sulle popolazioni più vulnerabili. In Africa e nel Medio Oriente, la scarsità d’acqua ha provocato spostamenti di massa e tensioni geopolitiche, aggravando conflitti esistenti.
Soluzioni per il futuro: mitigazione e adattamento
Per affrontare questa emergenza climatica, il rapporto sottolinea l’urgenza di interventi globali coordinati. Tra le principali raccomandazioni, si evidenzia la necessità di un’accelerazione nella transizione verso energie rinnovabili, un potenziamento dei sistemi di allerta precoce per eventi estremi, una maggiore resilienza delle infrastrutture e un incremento degli investimenti in mitigazione e adattamento climatico. La WMO invita i governi a rafforzare gli impegni internazionali per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, limitando il riscaldamento globale a 1,5°C entro la fine del secolo.
Le tecnologie di rimozione della CO₂, come la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS), e le soluzioni basate sulla natura, come la riforestazione e la protezione delle zone umide, sono considerate strategie chiave per compensare le emissioni residue. Tuttavia, la transizione deve avvenire in modo rapido e strutturato per evitare che le attuali traiettorie di riscaldamento portino a punti di non ritorno climatici.
Il rapporto “State of the Global Climate 2024” rappresenta un monito chiaro e inequivocabile: senza azioni immediate, il mondo si avvicina pericolosamente a soglie di cambiamento climatico irreversibili. La crisi climatica è già qui e sta trasformando il nostro pianeta in modi che non possono più essere ignorati. Le decisioni che verranno prese nei prossimi anni determineranno il futuro dell’umanità e la stabilità degli ecosistemi globali.
Il tempo per agire è ora: il mondo deve abbandonare i combustibili fossili, investire in soluzioni sostenibili e rafforzare le strategie di adattamento. La lotta al cambiamento climatico non è più solo una questione ambientale, ma una sfida globale che riguarda tutti noi.