Per l’Italia, l’anno 2022 si è aperto con una svolta storica. L’8 febbraio scorso la Camera dei deputati ha approvato definitivamente una proposta di legge che inserisce la tutela dell’ambiente tra i princìpi fondamentali della Costituzione.
Inoltre, con lo stesso spirito, l’articolo 41 della Costituzione è stato modificato, stabilendo che l’iniziativa economica privata non possa svolgersi in danno alla salute e all’ambiente, premettendo questi due limiti a quelli già vigenti, ovvero la sicurezza, la libertà e la dignità umana. La seconda modifica riserva alla legge la possibilità di indirizzare e coordinare l’attività economica, pubblica e privata, a fini non solo sociali, ma anche ambientali.
Nonostante i molteplici sforzi, la situazione al 2022 continua a presentare dei problemi per quanto riguarda le minacce ambientali che il pianeta sta subendo.
Tra esse possiamo trovare al primo posto , l’inquinamento dovuto ai consumi di combustibili fossili.
Dall’Australia e agli Stati Uniti, stiamo subendo alcune delle più devastanti stagioni di incendi boschivi mai registrate, locuste che sciamano attraverso parti dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia, decimando i raccolti e un’ondata di caldo in Antartide che ha visto le temperature superare i 20°C per la prima volta. Gli scienziati avvertono costantemente che il pianeta ha attraversato una serie di punti critici che potrebbero avere conseguenze catastrofiche, come l’avanzamento dello scioglimento del permafrost nelle regioni artiche, lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia a un ritmo senza precedenti, l’accelerazione della sesta estinzione di massa e l’aumento della deforestazione in Amazzonia foresta pluviale, solo per citarne alcuni.
Al secondo posto tra le minacce maggiori troviamo i limiti governativi di stati ed organizzazioni.
Economisti e ambientalisti hanno sollecitato per anni i responsabili politici ad aumentare il prezzo delle attività che emettono gas serra (uno dei nostri maggiori problemi ambientali), la cui mancanza costituisce il più grande fallimento del mercato, ad esempio attraverso le tasse sul carbonio, che stimoleranno le innovazioni a basso tecnologie del carbonio.
Per ridurre le emissioni in modo sufficientemente rapido ed efficace, i governi non solo devono aumentare in modo massiccio i finanziamenti per l’innovazione verde per ridurre i costi delle fonti energetiche a basse emissioni di carbonio, ma devono anche adottare una serie di altre politiche che affrontino ciascuno degli altri fallimenti del mercato
Per concludere, lo spreco di cibo si classifica come terzo.
Un terzo del cibo destinato al consumo umano , circa 1,3 miliardi di tonnellate, viene sprecato o perso. Questo è sufficiente per sfamare 3 miliardi di persone. Lo spreco e la perdita di cibo rappresentano un terzo delle emissioni di gas serra ogni anno; se fosse un paese, lo spreco alimentare sarebbe il terzo più alto emettitore di gas serra, dietro Cina e Stati Uniti.
A livello di vendita al dettaglio, una quantità impressionante di cibo viene sprecata per motivi estetici; infatti, negli Stati Uniti, oltre il 50% di tutti i prodotti gettati negli Stati Uniti viene gettato via perché ritenuto “troppo brutto” per essere venduto ai consumatori, il che equivale a circa 60 milioni di tonnellate di frutta e verdura. Ciò porta all’insicurezza alimentare, un altro dei maggiori problemi ambientali della lista.
Il Bilancio Sostenibile del 2022 non è positivo, come non lo sarà quello del 2023. Le sfide da affrontare sono molteplici, e lo sforzo richiesto per fare la differenza è ancora più grande.
Sarà il nuovo anno, ad essere caratterizzato da qualche innovazione sostenibile in grado di rallentare il deterioramento ambientale, o addirittura, a riuscire a invertire il trend negativo della sostenibilità ?