La guerra in Ucraina, assieme ad eventi meteorologici sempre più estremi hanno colpito duramente la resilienza economica di tutti i paesi del mondo, già duramente sotto pressione nel tentativo di ripresa dopo la Pandemia.
Uno dei settori maggiormente colpiti da questi shock negativi è sicuramente quello della sicurezza del cibo, la catena di produzione assieme a sempre più costosi fertilizzanti e costi del lavoro. I volatili prezzi del cibo espongono altre fragilità della catena di fornitura globale: maggiore preoccupazione nel settore del cibo, disordine sociale, e lo spostamento e migrazione sono tutte possibili cause. Su tutti però, un paese in particolare ha inserito nelle sue priorità quella di assicurarsi grandi riserve di cibo, assieme ad investimenti già avviati dal 2013 con la “Belt and Road Initiative” (BRI). Ovviamente, la Cina.
Dati dagli Stati Uniti Il Dipartimento dell’Agricoltura mostra che la Cina possiede circa il 69% delle riserve mondiali di mais nella prima metà dell’anno agricolo 2022, il 60% del suo riso e il 51% del grano. Questo trend è probabile che continuerà, specialmente dopo le dichiarazione del Presidente Xi Jinping dopo la Ventesima edizione del Congresso del Partito. Il politburo, riunitosi a Ottobre 2022, ha stilato uno dei più ambiziosi piani di sviluppo globale (e nazionale) di sempre, ovvero la Global Development Initiative (GDI), o Iniziativa di Sviluppo Globale. Quest’ultima si pone come un progetto che non sostituirà la BRI, ma piuttosto si focalizzerà su aree più precise.
Tra le 8 priorità stilate dal Congresso, quella della “Food Security” o sicurezza del cibo è in cima alla lista.
Il modus operandi Cinese non è solo estremamente efficace, ma può servire come esempio per compagnie e stati occidentali. Il “going global” di Xi si realizza nel tentativo di compagnie cinesi (spesso di proprietà dello stato) ed il tentativo di entrare in paesi meno sviluppati dove sono presenti meno competitors e grande potenziale di diversificare produttori di exports cinesi. Molte compagnie si appoggiano su finanziamenti di banche cinesi per acquisizioni e partnerships con enti e compagnie locali. Dietro questo complesso sistema di investimenti la Cina mira inoltre ad ottenere presenza sul territorio anche dal punto di vista culturale, avvicinarsi alla popolazione locale con il fine ultimo di cambiare diverse opinioni negative legate agli sforzi cinesi soprattutto in Africa.
La tecnologia più efficace sono i Centri Agricoli di Dimostrazione (Agricultural Demonstrations Center), utilizzati dalle compagnie cinesi per trasferire tecnologie e metodi di produzioni attraverso dimostrazioni e corsi di formazione. Questi sono maggiormente concentrati in Africa, e si focalizzano sul grano, verdure e bestiame.
Questo approccio permette alla Cina di cominciare a produrre in altri paese ed assicurasi una riserva di cibo maggiore, con l’obbiettivo di possedere circa il 50% del grano globale prima della fine del 2023. Inoltre, la popolazione locale sarà in grado di trasmettere tecnologie molto più avanzate a loro volta per contribuire allo sviluppo dei paese recipienti.